venerdì 1 ottobre 2010

Acqua in Bocca


Quest'estate mi hanno regalato questo librettino. Camilleri è uno dei miei scrittori preferiti, di Lucarelli non ho mai letto nulla (e credo di dover presto rimediare). Si racconta di un'indagine che vede coinvolti il commissario Montalbano e Grazia Negro, ispettore di polizia protagonista in alcuni romanzi di Lucarelli. Il libro è quasi in forma epistolare. Non vengono raccontate le azioni dei protagonisti "in presa diretta" ma attraverso i messaggi tra loro scambiati, alcuni dei quali dovevano essere criptati, ma risultavano di una semplicità di decrittazione sconcertante.
Perchè questa segretezza? I due poliziotti se la devono vedere con i servizi segreti deviati. E qui già son dolori. Il modo in cui i due scrittori hanno fatto affrontare ai loro protagonisti quella che spesso è un'entità inafferrabile ha un non so che di puerile. Gli agenti segreti sono troppo goffi. Il modo in cui Montalbano e la Negri  riescono a non farsi intercettare ha dell'incredibile. Per non parlare di come riescono ad uscire dalla situazione in cui si trovano intrappolati. Manca quindi, secondo me, la verosimiglianza che in un thriller è necessaria.
Un'altra cosa che mi ha deluso è stato l'uso eccessivo di fotografie inframezzate ai messaggi che i due protagonisti si scambiavano. Mi è sembrato un modo per allungare il brodo di una storia che aveva ben poche pretese.
Di positivo c'è stata la minuta del rapporto di polizia redatta da Coliandro, che si trovava per caso  spettatore di una sparatoria.
L'esperimento di scrittura dei due mostri sacri del thriller all'italiana non ha dato i suoi frutti.

mercoledì 15 settembre 2010